Qualche tempo fa ho dedicato un breve articoletto alla sprezzatura, inserendolo nella serie delle “Pillole di Stile”. Tuttavia sapevo benissimo che prima o poi sarei dovuto tornare su questo argomento, vista la sua primaria importanza.
Ho continuato a rimandare ma finalmente ci siamo. Il mio orologio segna le 07:24, ed è una piovosa domenica mattina di giugno. Ergo… Il clima ideale per scrivere con calma.
Non fare quella faccia, per me è normale alzarmi presto. Domenica compresa. Per me non esistono domeniche o lunedì, perché da tempo ho iniziato a osservare uno stile di vita omogeneo senza tener conto dei giorni della settimana. Questo mi permette di avere un ritmo regolare e soprattutto di essere molto più produttivo.
Ogni mattina mi alzo, grosso modo, attorno alle 6. A prescindere dagli impegni che mi aspettano. Come oggi, che è domenica. E per via del brutto tempo non ho molte alternative. Niente mare o simili, oggi. Eppure, non mi sembra una buona ragione per poltrire a letto.
Ogni tanto qualcuno mi chiede come faccio a fare tutto quello che faccio. Tu non mi conosci personalmente, quindi magari ancora non ti sei fatto un’idea precisa dei miei ritmi di lavoro, ma quello che stupisce molti miei conoscenti è come io riesca a essere sempre così tranquillo e sereno, ma allo stesso tempo a produrre così tanto.
Oltre al blog, alla pagina Facebook, alle email, lavoro costantemente alla creazione di nuovi corsi e guide all’eleganza, oltre che alle coaching private. Ma seguo anche molti altri progetti, ho altre attività, e soprattutto… NON lavoro più di 6/7 ore al giorno.
Perché? Non certo per pigrizia. Anzi. Direi proprio il contrario: ho una forte tendenza a sviluppare una “dipendenza da lavoro”, sono quello che gli americani definirebbero workaholic. Quindi l’unica soluzione che ho trovato per non rimanere schiacciato dagli impegni, è quella di limitare il lavoro stesso. Perché altrimenti non saprei darmi dei freni e lavorerei per 12 ore di fila.
Ma non voglio. Non c’è nulla di bello nel vantarsi di lavorare 12 ore di file, 14 ore al giorno, come fanno in molti. Ti assicuro che questa mitologia del dormire 4 ore a notte e lavorare 16 ore al giorno…. non fa figo per nulla.
Non c’è nulla di ammirevole, o particolarmente interessante, nel vedere una persona che si prende così scarsa cura di sé. Anche perché se non dormi abbastanza il tuo cervello non funziona bene. Anzi, non funziona proprio.
Poi io ho bisogno di fare ogni giorno almeno qualche ora di attività fisica. Fra passeggiate, palestra, yoga e simili, per mantenere un buon equilibrio mentale ma soprattutto fisico, ho bisogno di fare qualcosa ogni giorno.
Ecco perché la domenica mattina sono qua a scriverti. Perché quando domani pomeriggio la maggior parte delle persone sarà a lavorare chiusa in ufficio, io sarò in palestra a spaccarmi la schiena con gli stacchi da terra.
Ma poi, se devo essere sincero, non lo vivo certo come un lavoro scrivere questi articoli. Mi piace condividere con te quello che so sull’eleganza. Anche gratuitamente.
Il tema è così vasto che ogni tanto mi chiedo se riuscirò mai a coprire tutti gli argomenti che vorrei trattare. Conosci la sensazione? Come quando ti avvicini a una montagna che sembra immensa e invece di pensare ai piccoli passi davanti a te continui a guardarla nella sua interezza.
È un grande errore, lo so, ma confesso che ci cado spesso. Questa è una mia debolezza.
Ciò nonostante, continuo a caderci.
Vorrei fare troppe cose, svelarti troppi segreti, regalare troppi contenuti, e vorrei farlo il prima possibile. Perché mentre scrivo un articolo me ne vengono in mente altri dieci.
Con il risultato che spesso scrivo un po’ di fretta, senza troppo intrattenimento. Vado dritto al punto del contenuto e mi fermo lì. Questa cosa non mi piace.
Ci sono già siti del genere. Ci sono già blog del genere.
(Anche se NESSUNO è specializzato nell’eleganza per imprenditori e professionisti).
Hai presente?
Articoletto di 300 parole, con la solita aria fritta. Nessun consiglio veramente inedito. Nessun consiglio veramente pratico.
Coronato dal sempreverde “camicia celeste su abito grigio”.
Ma per favore…
Ormai avrai capito che non ho nulla da spartire con questa gente. E che il mio obiettivo principale è quello di farti “diventare la versione più elegante di te stesso”. In che modo?
Svelandoti tutto ciò che gli altri consulenti d’immagine e fashion blogger di turno non ti hanno mai svelato – molto probabilmente perché NEMMENO loro lo sapevano
In questo caso, finalmente, vorrei affrontare il complesso e affascinante tema della sprezzatura.
Esatto, hai letto bene. Il termine è proprio sprezzatura, e risale al “Cortegiano” di Baldasar Castiglione, un’opera rinascimentale (circa 1520), dove designa una delle principali caratteristiche del perfetto uomo di corte.
Così lo spiega Castiglione, secondo il quale la cosa più importante…
“è fuggir quanto piú si po, e come un asperissimo e pericoloso scoglio, la affettazione; e, per dir forse una nova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconda l’arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi. Da questo credo io che derivi assai la grazia; perché delle cose rare e ben fatte ognun sa la difficultà, onde in esse la facilità genera grandissima maraviglia; e per lo contrario il sforzare e, come si dice, tirar per i capegli dà somma disgrazia e fa estimar poco ogni cosa, per grande ch’ella si sia. Però si po dir quella esser vera arte che non pare esser arte; né piú in altro si ha da poner studio, che nel nasconderla: perché se è scoperta, leva in tutto il credito e fa l’omo poco estimato. E ricordomi io già aver letto esser stati alcuni antichi oratori eccellentissimi, i quali tra le altre loro industrie sforzavansi di far credere ad ognuno sé non aver notizia alcuna di lettere; e dissimulando il sapere mostravan le loro orazioni esser fatte simplicissimamente, e piú tosto secondo che loro porgea la natura e la verità, che ’l studio e l’arte; la qual se fosse stata conosciuta, aría dato dubbio negli animi del populo di non dover esser da quella ingannati. Vedete adunque come il mostrar l’arte ed un cosí intento studio levi la grazia d’ogni cosa.”
Ecco la sprezzatura, spiegata dal suo primo teorizzatore – nonché creatore del termine.
Non servirebbe aggiungere altro, visto che in queste righe è già racchiuso tutto quello che c’è da sapere sulla sprezzatura, sul suo valore, e su come applicarla.
Vuoi che ti aiuti a riassumere i concetti principali?
Tranquillo, sono qui apposta!
Dunque… La sprezzatura è:
L’arte di far qualcosa dissimulando gli sforzi che ci sono dietro, come se fosse fatto senza fatica e quasi senza pensarci
La sprezzatura, quindi, è una regola di vita, ma nel mondo moderno è entrata prepotentemente anche nel mondo dell’eleganza. Anzi, ne costituisce l’essenza.
Detto in altri termini….
La sprezzatura costituisce il cuore dell’eleganza
La cosa che devi sfuggire più di ogni altra, ma di cui normalmente nessun consulente d’immagine di mette in guardia, è l’affettazione. L’ostentazione di qualcosa di studiato e innaturale.
Più ostenti, meno sembrerà preziosa la tua scelta, paradossalmente. Più mostri di essere “studiato”, meno sembrerai interessante.
Sembra controintuitivo, forse. Perché magari metti grandi sforzi nel comporre il tuo abbigliamento, e vorrei che il mondo sapesse quanto tempo ci hai messo.
Ma così facendo elimini ogni tipo di grazia e di interesse. Perché diventi innaturale.
Pensa alla pettinatura. Più dà l’idea di essere studiata e precisa, meno sarà interessante.
Ma non mi fraintendere, non ho mai detto che il tuo abbigliamento e la tua immagine non debbano essere meditati. Anzi, esattamente il contrario.
Dico proprio il contrario.
Quando riuscirai a padroneggiare veramente appieno la sprezzatura, potrai:
Sembrare perfetto, interessante e attraente, ma dando l’impressione di non esserti sforzato per farlo
E ti assicuro che questa è in assoluto la cosa più difficile da fare.
Perché?
Perché genera meraviglia e ammirazione. Il processo mentale di chi ti guarda è questo: “Ma cavolo, guarda lui come sta bene con le prime cose che ha trovato aprendo l’armadio. Io sto ore davanti allo specchio e ancora non riesco ad abbinare bene una camicia e una giacca”.
Questo è il risultato che devi perseguire, perché questa è la vera essenza dell’eleganza. Eleganza è disinvoltura, sapienza nell’accostamento di accessori, colori e capi di abbigliamento ma senza dar l’impressione che dietro ci sia un particolare studio o sforzo.
Lo sforzo ci sarà, sia chiaro. Non devi vestirti a caso. Ma chi ti incontra dovrebbe pensare che lo hai fatto.
Perché, come dice Castiglione, non c’è nulla che genera più meraviglia del vedere una persona eseguire con facilità un compito che sappiamo essere difficile. Per la maggioranza degli uomini, vestirsi con eleganza è un compito estremamente complesso: ecco perché se tu lo fai con successo, ma soprattutto dai l’impressione di non esserti nemmeno sforzato per farlo, ti guadagnerai istantaneamente la loro ammirazione.
Questa è una tecnica vecchia come il mondo. Nell’antichità, ad esempio, come ricorda Castiglione, alcuni oratori iniziavano le loro performance affermando di non esser molto bravi, o di non aver mai studiato. In questa maniera si assicuravano lo stupore dell’uditorio durante l’orazione.
Questo accade anche ai giorni nostri. Ho assistito a scene simili nelle situazioni più diverse. Ad esempio alle audizioni dei vari talent show, dove i concorrenti più astuti e furbi, prima di iniziare a esibirsi, affermano di non aver mai studiato canto (o quello che è), e magari di non esseri mai esibiti in pubblico.
Così facendo abbassano le aspettative, aumentando il livello di ammirazione e stupore.
La sprezzatura si applica ad esempio anche alla musica. Anzi, è il segno più grande di virtuosismo musicale, quando qualcuno è in grado di suonare un pezzo difficilissimo ma dissimulando una certa disinvoltura. Come se stesse facendo la cosa più semplice del mondo.
Questo genera ammirazione. Sempre. È nella natura umana.
Quando sai fare qualcosa di difficile ma dando l’impressione che per te è naturale, non ti stai impegnando, e non c’è nessun particolare sforzo dietro… hai fatto bingo
Il segno tipico di chi davvero padroneggia la sprezzatura è che, dopo un complimento, risponde frasi come “ma no, è la prima cosa che ho trovato”, oppure “grazie, anche se a dire il vero ho preso due o tre cose a caso dall’armadio e le ho messe insieme”.
Non è vero. Le cose non sono andate così. Ma se è l’operazione è riuscita, tu non avrai problemi a credere alle sue parole.
Tuttavia non avventurarti a usare frasi simili finché tu non sia davvero un esperto. Rischieresti di fare una grossa figuraccia. Anche a seconda degli ambienti.
Non sempre è visto di buon occhio il fatto di metter poca cura nella scelta dell’abbigliamento. Specialmente in ambienti formali.
Riuscire a vestirsi con sprezzatura in ambienti formali è quanto di più complesso, delicato e persino “pericoloso” che possa esistere
Ma in ambienti un po’ più rilassati potrai sperimentare a dovere. Anche e soprattutto accostando accessori e colori apparentemente “a caso” – ma ovviamente dietro ci sarà studio e fatica.
In questo modo riuscirai a evitare lo spiacevole effetto innaturale che inevitabilmente circonda le persone troppo “precise”, perfette, che quasi non piegano il collo per paura che un capello vada fuori posto, o che non mettono le mani in tasca da quanto sono “impalate” e ingessate.
L’eleganza è naturalezza, nello scegliere ma anche poi nell’indossare con disinvoltura ciò che hai scelto. E questa è la cosa più difficile.
Anche perché non tutto ci riescono. Nemmeno dopo anni di pratica.
Ma solo a quel punto si entra davvero nel territorio dell’eleganza.
Non basta un completo per essere eleganti. Quello che serve è saperlo indossare nella maniera giusta, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
A tutto questo si aggiunge la complessa arte della sprezzatura. Che come avrai capito non è certo materia per principianti.
Non ti dico queste cose per spaventarti, ovviamente. Eppure mi sento in dovere di avvertirti che difficilmente riuscirai, domattina, a mettere in pratica quello che hai appena letto.
Quello che invece puoi mettere in pratica sin da SUBITO, invece, sono i consigli che trovi all’interno della prima e UNICA Guida all’acquisto dell’abito migliore per un professionista, dove puoi scoprire di preciso – e dal lato pratico – come deve essere il completo giusto per un professionista come te.
Il percorso naturale è questo. Prima di tutto parti dall’abito, e fai in modo che sia perfetto. Anche se non hai in mente di comprarne uno nuovo in questi giorni, almeno studia con attenzione quali caratteristiche deve avere, e soprattutto tutti i consigli pratici relativi alla vestibilità e alla taglia.
Anche perché, una volta apprese quelle informazioni, quello che puoi fare – se non hai acquisti in programma – è proprio far rivedere da un sarto i tuoi attuali completi per portarli al livello di perfezione necessario per essere un vero Uomo Elegante.
Che l’eleganza sia con te!
Nicola Serafini.
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