La barba danneggia la tua immagine professionale?

È da un po’ che avevo in mente di scrivere un articolo del genere, solo che ogni volta mi passava di mente, o mi venivano altre idee, e quindi ho continuato a rimandare.

Poi, un paio di giorni fa mi è arrivato questo messaggio da una persona che segue la mia pagina Facebook:

 

Ciao Nicola, ti seguo da qualche tempo e complimenti per il tuo blog. Avrei una domanda da farti, visto che non mi pare di aver trovato nulla su questo tema nella tua pagina. La domanda è: La barba influenza la mia immagine professionale? La danneggia in qualche modo? 

Io sono un professionista, per la precisione un venditore, ma sto per partire con un’azienda mia, solo che più mi guardo in giro più mi rendo conto che gli imprenditori di successo… non hanno mai la barba. Sbaglio? Grazie mille”

 

 

E allora ho pensato che fosse la volta buona per affrontare il tema della barba, anche da un’angolazione professionale. Se mi leggi, è molto probabile che tu sia un professionista o un imprenditore, e purtroppo si continua a credere che la barba non sia “raccomandabile” a livello professionale.

Mi piacerebbe dunque affrontare il tema una volta per tutte, per poi allargare il discorso alla barba in generale, ai vari stili e lunghezze. Per quanto riguarda la cura della barba, invece, serve un articolo a sé. Per ora rimaniamo sul tema della barba come elemento di stile e di eleganza maschile, e vediamo in che modo influenza la tua immagine professionale.

La barba ha il potere di influenzare il tuo successo nel business?

Si tratta di un’ottima domanda, molto interessante. Considera che la barba di per sé non ha nulla di positivo o di negativo: si tratta semplicemente di moda. Nulla più.

Nell’Ottocento, ad esempio, la barba era assolutamente prestigiosa e rispettabile. Qualsiasi uomo di alto rango aveva molto probabilmente la barba lunga, e l’uomo rasato era invece relegato ai margini più bassi della società.

Questa tendenza inizia a invertirsi già a inizio Novecento, quando la norma diventa rasarsi completamente. In parte per via della guerra e della leva militare, dove gli uomini si abituano a radersi ogni giorno, e continuano a farlo anche dopo la guerra. Si diffonde così l’uso di radersi regolarmente e completamente, anche quando non c’è più la motivazione militare.

Negli anni Sessanta e Settanta la barba torna di moda, ma non più come segno di prestigio, bensì come segno di protesta. In quegli anni, la barba guadagna quindi una sorta di “fama negativa”, che in realtà le rimarrà attaccata praticamente fino ai giorni nostri. 

Solo qualche anno fa, lentamente, la barba inizia a tornare di moda, anche in posizioni abbastanza elevate della società (a cominciare da personaggi della tv e dello spettacolo).

 

Certo, in alcuni casi ancora oggi la barba non è vista di buon occhio, più che altro per un discorso di pregiudizio dovuto all’ignoranza.

C’è chi la associa allo sporco o al “trasandato”, ma in realtà se la barba è ben curata, non è assolutamente un tratto negativo. Certo, però, va curata. E quando dico curata non intendo andare dal barbiere una volta a settimana per spuntarla, intendo curarla OGNI GIORNO, possibilmente due volte al giorno (mattina e sera). 

Altrimenti meglio che non te la fai crescere per niente.

In ogni caso, come ti dicevo, ormai da qualche anno la barba sta tornando prepotentemente di moda, anche in posizioni elevate della società, tanto che non è più un problema. Paradossalmente, se fai il venditore, potrebbe essere più un problema che se fai l’imprenditore: non per un motivo preciso e scientifico, ma semplicemente perché la gente è ignorante. 

Se vendi direttamente al consumatore privato, ad esempio, e incontri direttamente il cliente finale, la barba in qualche caso potrebbe un pochino danneggiarti. Non per tua colpa, ma perché purtroppo ci sono ancora credenze idiote su questo argomento. 

Non mancheranno le battute, fra chi ti paragona a un talebano e chi invece ti chiede se ti mancano i soldi per comprarti le lamette.

Tu fai finta di niente…

Ma comunque, appunto, i pregiudizi restano. Molti penseranno che sei “poco serio”. E non puoi farci nulla…

Nel momento in cui avrai avviato la tua attività, invece, paradossalmente la barba è meno un problema. Anzi, diventa quasi interessante perché può diventare il tuo tratto distintivo nella costruzione del tuo personal brand. 

Ovviamente, anche in questo caso, la differenza la fa la lunghezza della barba e soprattutto la cura. Mi spiego meglio…

Qualsiasi tipo di barba, se ben curata, può essere elegante

Dunque se ti vesti bene, in maniera formale, impeccabile, e hai i capelli altrettanto curati, la barba non rovinerà affatto la tua immagine professionale

Devi capire che è molto più trasandata e inelegante una barba incolta di un giorno o due, rispetto a una barba di un centimetro!

Sai perché?

Perché se vuoi stare rasato, ti devi radere ogni singolo giorno. Non c’è nulla che urla “Sono trasandato! Non mi curo! Non me ne frega nulla della mia immagine!” come una barba incolta di un paio di giorni.

E questo ti danneggia anche professionalmente, perché se tu non curi te stesso e la tua immagine, come posso pensare che curerai i miei interessi? Se te ne freghi addirittura di te, come posso sperare che ti freghi qualcosa di me, se decido di diventare tuo cliente?

Ecco il punto. 

Una barba regolata alla perfezione, pulita e ben curata, invece, afferma proprio il contrario di te, e cioè che ti importa e ti impegni molto sulla tua immagine

Trasmette quindi molta più cura e attenzione di un viso non perfettamente rasato. 

Quindi l’essenza è questa: la barba può essere elegante, e anche parecchio, a patto che sia ben curata, e magari che non sia troppo lunga. 

Un taglio medio, o anche medio-lungo, può andare. Ma in linea generale direi di non oltrepassare il centimetro, centimetro e mezzo. Niente barboni troppo lunghi stile hipster, per intenderci.

Perlomeno se a livello professionale hai a che fare con gente “con la puzza sotto il naso”, e all’antica. Non ho nulla, ovviamente, contro le barbe più lunghe: semplicemente, anche come imprenditore, devi valutare tu in quale ambiente ti devi muovere.

Se vendi un servizio a un avvocato, la tua immagine deve essere consona a quel tipo di clientela. Se invece apri un negozio di abbigliamento stile hip hop, allora il discorso cambia.

Tecnicamente sono entrambi imprenditori, e senza le dovute distinzioni è come parlare del nulla. 

Ma appunto, volendo mantenere un livello generale, a prescindere da qualche sia il tuo settore, riassumerei la questione così:

L’uomo con la barba può rivestire ogni tipo di ruolo professionale, a patto che sappia portarla con gusto e che la curi con attenzione maniacale

Fine della storia. 

 

Certo che, come per ogni cosa… tutto questo ha senso se l’abbigliamento è già perfetto (o quasi!). Perché tutto quello che ti ho detto vale ad esempio se ti sai già vestire in maniera elegante, e se soprattutto sai riconoscere dei completi adatti a te, come ad esempio il completo a tre pezzi.

Infatti se ti presenti da un cliente con la barba e la camicia di flanella a quadri, ti scambierà per un boscaiolo. Se invece ti presenti con un abito impeccabile, la barba passerà in secondo piano, e anzi ne sarà nobilitata, e diventerà il tuo tocco aggiuntivo.

Certo, il problema è sempre quello. Tutto dipende dal completo. Da quale scegli, da come lo indossi, da come lo abbini, dalla taglia e dal modello.

Tutte cose che devi assolutamente conoscere, se vuoi diventare un uomo elegante e avere successo con la tua professione (o con il tuo business).

Ma da solo non puoi riuscirci, perché nessuno ti ha mai spiegato come farlo. Nessuno a parte me, ovviamente. Perché io ho dedicato qualche mese di ricerche per mettere insieme una guida studiata proprio per professionisti e imprenditori, dove ti spiego nel dettaglio come puoi riconoscere l’abito migliore per te.

 

Gli imprenditori più furbi d’Italia se la sono già accaparrata: e tu, che aspetti? Non vorrai mica farti fregare dai tuoi concorrenti anche sull’abbigliamento?

 

Ti aspetto QUI, e nel frattempo… che l’eleganza sia con te!

Nicola Serafini.

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